Perché i giornali stampano ancora le copie cartacee?

Lo scorso novembre, è stata posta questa domanda sul portale Quora da Eric Salicetti. Ho risposto come segue:

Come ha giustamente sottolineato Paolo Lo Re, esistono ancora molte persone che preferiscono la carta al posto del web o delle versioni digitali o delle versioni per smartphone: app e via dicendo.

Gli editori tradizionali stampano le copie cartacee perché sono ancora l’unica fonte di rendita che permette loro sopravvivere e di mantenere le strutture in essere.

Non è ancora stato dimostrato che si possa sopravvivere con il modello di informazione limitato al digitale e all’on-line dove a farla da padroni sono solo due società: Facebook e Google che attraverso il modello della vendita di pubblicità tramite le aste hanno sottratto gran parte dei ricavi che permettevano agli editori, prima degli anni a cavallo tra il 2000 e il 2004, di prosperare e sopravvivere.

È noto a tutti che il modello di affari di un editore si basa principalmente su due fonti di ricavo: la pubblicità e la vendita delle singole copie tramite gli abbonamenti e tramite le edicole.

Questi ricavi, negli anni passati, erano equamente divisi: il 50% proveniva dalla pubblicità il restante dalla vendita delle copie cartacee. Ora, stando agli ultimi dati diffusi dalle associazioni di editori, i ricavi provenienti dalla pubblicità si sono ridotti al 30%.

Esistono diversi studi e ricerche che mostrano come l’entrata in gioco di Facebook e prima ancora di Google, abbiano drenato il flusso di denaro che prima confluiva nelle tasche degli editori. Le due piattaforme sono di fatto diventate i principali intermediari del flusso informativo e del flusso di ricavi pubblicitari.

Le società che pubblicano esclusivamente e solo giornali-online come Vice, Buzzfeed, HuffPost, non sono riuscite, fino ad oggi, a dimostrare che esista un modello di ricavi vincente nell’industria della notizia che possa prescindere e svincolare dal giogo di Facebook e di Google.

In Italia si è assistito, quest’anno, alla scalata della classifica dell’informazione online da parte di diverse testate che pubblicano solo online (no carta), ma anche in questo caso esistono forti dubbi di successo nel lungo periodo.

Per il momento i modelli vincenti restano quelli di Google e di Facebook che di fatto sono gli strumenti privilegiati dal grande pubblico per informarsi.


Capita a fagiolo oggi a distanza di un giorno dalla mia risposta, l’articolo: Pubblicità online, il mercato italiano in mano a Google & co. Noseda: “Subito interventi normativi” – CorCom


Sempre sull’argomento, un post del 23 febbraio 2016: La carta, non il digitale, mantiene in vita – per il momento – il giornalismo.

Immagine cover: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/39/Web-perfecting_newspaper_printing_machine.jpg


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