Sempre sugli editori e il loro conflitto con gli “innovatori”.

Leggo oggi su huffingtonpost.it che “gli editori tedeschi stanno cercando di sopprimere internet in Europa.” (09/12/2017)

L’autore dell’articolo è Antonio Rotolo, padre fondatore di ludwing.guru un sito molto interessante e molto utile che vi aiuta a scrivere più correttamente e più facilmente in inglese.

Ovviamente Antonio teme che se davvero dovesse passare una “Link Tax”, così come formulata e descritta nel suo articolo (che è di circa due mesi fa), sorgerebbero problemi seri anche per lui e per la sua società che, per far funzionare il sistema di aiuto di scrittura, attinge a man bassa dal web.

Dopo aver letto il suo articolo e i commenti, ho pensato che sia opportuno esprimere alcune cose a riguardo che ripropongo di seguito.

Capisco le preoccupazioni di Antonio, ma non posso accettare che ci dica che “Questo colpo di mano liberticida è operato a vantaggio di quegli editori che sono stati incapaci di innovarsi con l’avvento d’internet”.

È una vecchia canzone che abbiamo ascoltato fin troppe volte. In nome della santa “innovazione” si finisce per giustificare tutto senza andare a fondo delle implicazioni che questa comporta.

Antonio con la sua startup dà lavoro a un manipolo di persone, gli editori tradizionali europei danno lavoro a migliaia di persone.

Non sono stati capaci di innovare? È un argomento fuorviante! Sarebbe come dire che i nativi d’America non sono stati capaci di emanciparsi. E con questo giustificare il loro sterminio.

Che il web abbia dato l’opportunità di saccheggiare continuamente i contenuti della stampa tradizionale è cosa appurata, ma il vero saccheggio è stato fatto sul fronte della pubblicità. Spiegare cosa è successo in questo breve spazio è impossibile ma io suggerisco comunque di evitare di dare dei giudizi tranchant di parte.

Ricordatevi che l’industria dei media dà lavoro a migliaia di persone, sia assunte sia impiegate nell’indotto e ha tutto il diritto di difendersi nei confronti di quelle quattro o cinque società che sono diventate padrone del web con regole inventate da loro e che non sanno più da che parte nascondere i loro profitti mentre l’industria dei media è in continua crisi, deve licenziare, prepensionare applicare contratti di solidarietà e chiedere la cassa integrazione.

Aggiungo che il problema non è solo europeo! Non c’è gruppo editoriale statunitense che non sia stato costretto a ridurre il personale negli ultimi cinque anni o a chiudere i battenti.

Io sono favorevole all’innovazione, ma a patto che qualcuno si faccia carico dei costi indotti che questa comporta.

Quando le auto e i mezzi di trasporto non avranno più bisogno di conducenti, qualcuno dovrà farsi carico delle famiglie dei taxisti e dei camionisti dei tramvieri e dei ferrovieri. Non ditemi che sarà per colpa loro, perché non hanno saputo innovarsi! Dovremo per forza di cose adottare il reddito di base incondizionato prendendo i fondi dagli innovatori là dove li andranno a nascondere.


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