Giornalisti USA, contrari al paywall, cambiano idea.

The Times paywall

Giornalisti contrari al PayWall!

È nota l’avversità di molti giornalisti nei confronti del paywall, ne avevo già parlato due anni fa su Linkedin in questo post.

Noto, è anche il fatto che per anni i giornalisti non si sono mai peritati di sapere da che parte arrivassero i soldi per mantenerli. Hanno sempre ritenuto non fosse affar loro.

Ma da quando esiste il web la vanità si è fatta avanti a spallate.

Non bloccate i miei articoli con catenacci e chiavistelli, voglio che mi leggano tutti, questo, in sintesi, il comune sentire di molti giornalisti.

Vuoi vedere che forse qualcosa cambia.

Per anni ostili a restringere l’accesso ai contenuti ai soli lettori paganti, ora invece i giornalisti d’oltremanica cambiano idea in proposito e in un articolo pubblicato su digiday UK, si racconta come si siano modificate alcune convinzioni comuni.

“È certamente un’inversione di tendenza. – dice Lucia Moses l’autrice dell’articolo – Una decina di anni fa, l’idea di limitare l’accesso al tuo giornalismo era un anatema per le redazioni, allora addestrate al modello di massimizzare il traffico per ottenere più pubblicità. Il New York Times ha dovuto combattere questo atteggiamento nel 2005 quando ha lanciato TimesSelect, un esperimento di due anni che ha visto pubblicare gli articoli dei giornalisti proteggendoli con un paywall che fu poi esteso all’intero sito nel 2011.”

“Da allora – continua Lucia – l’adozione del paywall è aumentata poiché gli editori si sono resi conto che le notizie digitali non possono sopravvivere contando solo sulle entrate pubblicitarie. C’è anche il conforto dei numeri. È difficile trovare una redazione negli Stati Uniti, che non abbia oggi, un modello di ricavo basato sui proventi forniti dai lettori. ”

Meglio tardi che mai.

Speriamo che la capiscano anche i giornalisti nostrani.

 

Sorgente: Reporters, once set against paywalls, have warmed to them – Digiday


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