Ma un giornalista deve o non deve dire per chi vota?

È giusto o meno chiedere trasparenza a chi fa cronaca politica?

Sarebbe corretto o meno sapere che simpatie politiche hanno i vari giornalisti che assillano i politici con microfoni e domande?

In un articolo, pubblicato tre anni fa su The Guardian si sostengono opinioni contrastanti.

È noto a tutti che il giornalista è stipendiato dal suo editore e quindi, nella maggioranza dei casi, non è in grado di scrivere e di agire incondizionatamente.  Roy Greenslade, l’autore dell’articolo è molto più esplicito: [journalist] are not able to write freely.

Data come buona l’idea che sia giusto è corretto in linea di principio sapere che orientamento ha ciascun giornalista, resta il problema pratico: deve dire cosa ha votato l’ultima volta? O cosa voterà la prossima?

Oppure se ha votato o non ha votato? E quando si scrive di questioni che hanno a che fare con la religione?

Meglio che i giornalisti NON dichiarino i loro orientamenti politici e religiosi, conclude Roy Greenslade.

Roy Greenslade takes issue with the call by Antony Loewenstein for journalists to reveal their political affiliations

Sorgente: Why journalists should NOT declare how they vote | Media | The Guardian


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