Apple contro FBI! Chi ha vinto?

Questa mattina i commenti alla notizia che il Federal Bureau of Investigation (FBI) sia riuscito ad accedere ai dati dell’iPhone di Farook, autore della strage di San Bernardino, senza l’aiuto di Apple, si sono accavallati in successione.
Prima mi sono letto le considerazioni di Pierluigi Vitale su datamediahub.it, propenso a ritenere che la partita sia ancora aperta. Poi ho letto gli angosciosi quesiti sul futuro della nostra privacy che ci propone Arturo di Corinto nel suo articolo su chefuturo.it.

Ma entrambi gli articoli non mi convincono.

Alla fine ho deciso di sostenere in toto le teorie della coppia di autori di bloomberg.com: Tim Culpan e Leila Abboud che nel loro articolo pubblicato ieri, ritengono la partita chiusa con un unico vincitore: le società di software che hanno aiutato entrambi i contendenti di questa battaglia.

L’illusione di avere una sicurezza totale grazie alla crittografia del sistema operativo di Apple si è sciolta come neve al sole dopo che l’FBI ha annunciato di essere riuscita a decriptare i dati dell’iPhone di Farook senza l’aiuto di Apple.

Ma c’era davvero bisogno di arrivare a questo? Decine di hackers e professionisti IT avevano già detto che la cosa era fattibile. Non capisco perché Apple abbia deciso a tutti i costi per l’ordalia.

Per quanto riguarda invece gli illusi della privacy totale, è bene che si mettano il cuore in pace, leggi o non leggi, sistemi di sicurezza inespugnabili o meno, ci sarà sempre qualcuno capace di spiarvi.

Senza nulla togliere alla necessità di legiferare in merito e di produrre sistemi di sicurezza efficienti.

Did Apple win? Or the U.S. government? Neither did.

Sorgente: Apple Bruised – Bloomberg Gadfly


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