With readers on a reverse migration to print, the “e-book terror has kind of subsided” for bookstores and publishers.
Sorgente: The Plot Twist: E-Book Sales Slip, and Print Is Far From Dead
A dirlo è Alexandra Alter sul New York Times 22 settembre 2015 e Quintarelli si chiede come mai stia succedendo.
Come da consuetudine i paladini del digitale (non del web) insorgono. Siamo sicuri? Chi ha dato i numeri? L’Associazione Americana degli Editori!
Ah beh!
E invece io dico che sia molto vero!
Penso che siate tutti d’accordo con me quando dico che un libro non lo si legge su di uno smartphone! Corretto?
Bene, andate allora a guardarvi le vendite dei tablet e degli iPad (per esempio fate una ricerca con “tablet and ipad sales decline“, avrete solo l’imbarazzo della scelta).
Non metto in dubbio il fatto che l’Association of American Publishers tiri l’acqua al suo mulino, ma vedo che molti miei amici ormai usano il tablet per giocare a Ruzzle e niente di più, aggiungo che la gran parte delle persone che conosco, il tablet l’hanno ricevuto in regalo da mogli e fidanzate o da mariti e fidanzati.
Io ho sempre sostenuto, fino dagli esordi, che sarebbe stato un flop! Anche a costo di farmi molti nemici tra gli amici che hanno interessi in quel campo (formatori, fornitori di software per scimmiottare la carta aggiungendo qua e la qualche fuoco d’artificio).
Il tablet è stato tanto pompato da Apple che ha fatto credere, ad un mare di editori, che lei (Apple) li avrebbe salvati dall’uragano del web con i suoi digital shelf, digital kiosk eccetera. Edicola digitale, libreria digitale … morale Apple Newsstand è stato chiuso lo scorso giugno.
In sostanza Apple ha fatto perdere loro tempo e denaro. Mentre la vera battaglia era da giocare sul web.
Quando sento qualche editore parlare di “digitale”, chiedo sempre di essere chiaro nell’esprimersi: parliamo di web o di app?
E di che app parliamo? Uno sgangherato PDF da sfogliare spacciato per app?
Non ci siamo!
Forse, come mi spiegava il caro amico Andrea, l’iPad è stato costruito per le cose che verranno: app tutte da inventare.
Aspettiamo, ma intanto rassegnamoci all’idea che sia molto vero il fatto che sono pochissimi i libri letti in “digitale”.
A proposito, ma la scuola italiana non doveva comperare una valanga di iPad da dare agli studenti?
A cosa dobbiamo la fortuna che ciò non sia avvenuto?
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